Fano, 11 firmatari per la mozione contro l’Asp: “Una decisione da sospendere”

“Il Consiglio Comunale PREMESSO CHE

– L’articolo 55 del Decreto Legislativo 117/2017 (Codice del Terzo Settore) prescrive a carico delle pubbliche amministrazioni il coinvolgimento del Terzo Settore secondo le pratiche della co-programmazione e della co-progettazione;
– Tali pratiche richiedono di essere disciplinate secondo specifiche regolamentazioni, tuttora non adottate da parte dell’Ambito Territoriale Sociale 6;
– Gli enti del Terzo Settore, così come le organizzazioni sindacali, hanno a più riprese lamentato di non essere state sufficientemente coinvolte nel processo di riforma della gestione associata del welfare che, nel nostro territorio, consisterà nella trasformazione dell’Ambito Territoriale Sociale 6 in una Azienda di Servizi alla Persona (ASP), come deliberato dal Comitato dei Sindaci;
– Il consiglio comunale non è mai stato interpellato dagli esponenti della Giunta in merito a tale riassetto, che pur incide sulla carne viva delle fasce più fragili della popolazione, potendo discuterne solo occasionalmente grazie a specifiche iniziative promosse da singoli gruppi consiliari;
– Da ultimo, è stato convocato, su proposta di undici consiglieri comunali, un consiglio monotematico al quale sono stati invitati, oltre a un esperto, anche i sindaci dei Comuni ricompresi nel territorio dell’Ambito;
– Tale occasione di confronto e dibattito istituzionale avrebbe dovuto rappresentare l’inizio, e non il termine, di un percorso volto a disegnare il nuovo assetto dei servizi alla persona nella nostra comunità;
– Tuttavia, nei giorni immediatamente precedenti la seduta, sono stati consegnati ai consiglieri comunali, già preconfezionati, gli atti inerenti alla costituzione della nuova ASP (nello specifico: convenzione, statuto e analisi di sostenibilità e fattibilità economica);
– Nel corso della seduta monotematica, appositamente convocata per confrontarsi con i soggetti che quotidianamente operano nel settore del welfare, non è stato consentito loro di intervenire per mezzo di proprie rappresentanze nel dibattito, come tra l’altro già richiesto invano nella conferenza dei capigruppo propedeutica;
– Nella stessa occasione, è emerso che il Comitato dei Sindaci dell’ATS 6 era già stato convocato per il giorno successivo al consiglio monotematico per deliberare in merito agli atti costitutivi dell’ASP; la convocazione è stata quindi effettuata senza avere neppure la correttezza e il decoro istituzionale di attendere gli esiti del dibattito consiliare;

RITENUTO CHE

– Quanto avvenuto rischia di ben rappresentare quale potrebbe essere in futuro il ruolo della civica assise in merito alle politiche sociali, cioè una funzione del tutto marginale e di ratifica di decisioni assunte in altre sedi;
– Nella struttura organizzativa concepita per la nuova ASP, sussistono vari aspetti controversi che – a titolo esemplificativo – riguardano il destino del personale, destando l’esplicita preoccupazione delle organizzazione sindacali, nonché la capacità delle Amministrazioni Comunali di poter esercitare le proprie funzioni di indirizzo politico e controllo sulla governance aziendale, con il pericolo che importanti decisioni vengano sottratte agli organi istituzionali democraticamente eletti e siano assunte in totale autonomia da nuovi centri di poteri autolegittimati de facto.

CONSIDERATO CHE

Nel nostro Paese si rinvengono felici esperienze partecipative di riforma della gestione associata del welfare – come quelle di Brescia, Lecco e Bologna – che si sono effettivamente ispirate alle pratiche della co-programmazione e della co-progettazione, attraverso la previa predisposizione di un Profilo di comunità e successivamente di un Piano strategico (che invece non sono stati redatti nell’ATS 6); solo a seguito di una accurata ricognizione dei soggetti, delle risorse e dei bisogni sociali presenti sul territorio, si è aperta una discussione trasparente ed inclusiva sulla forma giuridica da attribuire agli ambiti sociali, così da assicurare che la veste formale fosse il più possibile adeguata alla tipologia di servizi e interventi da offrire;
– Non sono imminenti scadenze temporali imposte dalla normativa per la conclusione del processo di ristrutturazione dell’ATS 6;

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

– A sospendere la discussione e la votazione degli atti costitutivi (a titolo esemplificativo, convenzione e statuto) della nuova ASP, rinviando ogni decisione all’esito di un reale processo aperto, trasparente, partecipativo e inclusivo di riforma della gestione associata dei servizi alla persona, rispetto al quale siano praticate nei fatti la co-programmazione e la co-progettazione con i soggetti del Terzo Settore e tutti i portatori di interesse, coinvolgendo sin dall’inizio anche il consiglio comunale;
– A predisporre un Profilo di comunità e un Piano Strategico che sostengano la riflessione e il confronto sulla forma giuridica da attribuire al nuovo assetto organizzativo dell’ATS 6”.

Giovanni Fontana (Movimento 5 Stelle)
Gianluca Ilari (Lega)
Marianna Magrini (Lega)
Stefano Marchegiani (Misto)
Tommaso Mazzanti (Movimento 5 Stelle)
Francesco Panaroni (Movimento 5 Stelle)
Giampiero Pedini (Misto)
Giuseppe Pierpaoli (Fratelli d’Italia)
Luigi Scopelliti (Lega)
Luca Serfilippi (Lega)
Lucia Tarsi (Fratelli d’Italia)

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